Il fascino che ruota attorno al vino non è qualcosa che scopriamo adesso. Infatti, tutto ciò che ha a che vedere con esso è sempre più legato alla nostra vita e ai più vari ambiti, come la cultura, la gastronomia o la condivisione di momenti indimenticabili. Una bottiglia di vino può essere il regalo perfetto al ritorno da un viaggio o può servire a rievocare i paesaggi visitati, a festeggiare una rimpatriata e a celebrare i momenti più straordinari della vita.

Forse è per questo che nel mondo della cultura il vino è diventato un elemento di culto. Oggi rendiamo omaggio alla bottiglia di vino e alla sua presenza nell’opera e nella vita di pittori e scrittori noti, ripercorrendo anche alcuni momenti in cui una bottiglia di vino ha cambiato il destino di alcuni personaggi cinematografici.

 

 

Cambiare il destino dei personaggi

Mai una bottiglia di vino è riuscita a cambiare tanto il destino di un personaggio come nel caso di Vizzini ne ‘La storia fantastica’. In questo film, l’arguto capo siciliano della banda che rapisce la principessa intraprende un duello d’astuzia con il temuto pirata Roberts, in una roulette russa di bicchieri avvelenati. Ma, prima di svelarvi troppo, ti consigliamo di guardare il film, se non l’hai già fatto, o di andare a rivederlo. È una di quelle pellicole che vale la pena rigustare, perché lasciano sempre un buon sapore in bocca.

Con un tono totalmente diverso, il film danese premio Oscar ‘Il pranzo di Babette’ mostra che condividere il piacere di un grande banchetto può diventare un atto d’amore e di generosità. La sensualità e l’euforia dei personaggi, che si godono l’agape bevendo una bottiglia di vino ad ogni portata, sono straordinari. Questo film è solo apparentemente semplice, poiché in realtà lancia degli spunti di riflessione, intelligenti e pieni di speranza. Il pranzo di Babette trasforma il modo in cui molti dei personaggi del film vedono e vivono la loro vita e offre loro un nuovo destino al di là del puritanesimo e della moderazione.

 

 

Le bottiglie di vino di Edward Hopper e Giorgio Morandi

E in altri campi dell’arte, Edward Hopper, non molto conosciuto per le sue nature morte ad inizio carriera, ha osato porre come elemento principale di queste sue opere proprio delle bottiglie di vino. Il pittore che meglio ha saputo ritrarre la solitudine dell’America del XX secolo nelle sue numerose e celebrate opere, mostra la silhouette solitaria di una semplice bottiglia di vino in Natura morta con bottiglia di vino e bicchiere, opera iniziatica del 1899. Non sappiamo se questo modo personale di raffigurare la nudità e la solitudine degli elementi nella natura morta lo abbia ispirato come riferimento nelle sue opere successive.

Invece, chi sicuramente immaginiamo circondato da bottiglie di vino, bicchieri e caraffe da ricreare sulle sue tele è Giorgio Morandi. Questo pittore italiano, nato a Bologna, si è distinto per la sua capacità di dar vita agli oggetti in composizioni dai toni personalissimi, che mostrano elementi completamente isolati e apparentemente lontani da qualsiasi intervento umano. Se è vero che le bottiglie di vino sono riuscite a segnare il destino degli artisti, Giorgio Morandi ne è sicuramente un esempio lampante. Il suo lavoro viene ricordato dagli appassionati di pittura proprio per questa combinazione di silhouette di bottiglie ed elementi quotidiani.

 

Il vino come ispirazione e fonte di gioia

E per finire questo excursus sulle bottiglie di vino nel mondo dell’arte e sul modo in cui hanno cambiato il destino di alcuni dei suoi protagonisti, vogliamo ricordare ‘l’Ode al vino’ di Pablo Neruda, in cui il poeta ne esalta i benefici affermando:

‘Il vino
muove la primavera,
cresce come una pianta di allegria…’

O le parole di Ernest Hemingway: ‘in Europa consideriamo il vino come una cosa sana e normale quanto il cibo, e anche come grande dispensatore di gioia, benessere e felicità’. Dunque, in campo letterario, il vino ha avuto e continua ad avere un ruolo eccezionale, si al di fuori che all’interno delle opere dei più famosi scrittori.

 

 

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